sabato 7 dicembre 2013

I principi di uguaglianza e reciprocità e la pratica della moralità


La diffusione del buddismo nel mondo occidentale è dovuta principalmente al suo punto di vista estremamente pratico, direi quasi scientifico. Gli insegnamenti del Buddha non si perdono in futili speculazioni esistenziali; ogni problema viene analizzato secondo le cause che lo hanno generato e per ogni causa vengono individuate le possibili soluzioni.

Pertanto, nel definire la moralità, il "cosa è giusto", non ci aspettiamo chissà quale pensiero astratto e profondo: essa può essere derivata a partire dall'esperienza personale.
E' l'esperienza personale a indicarci la retta via. In che modo? Per mezzo di due principi che stanno alla base di buona parte del pensiero buddista: il principio di uguaglianza e quello di reprocità.

Il principio di uguaglianza sostiene che tutti gli esseri viventi sono fondamentalmente simili per quanto riguarda il loro orientamento e la loro predisposizione. Sono simili nel ricercare la felicità, sono simili nell'evitare la sofferenza, sono simili nel temere la morte e la malattia. Tale principio è la base del principio di reciprocità.

La reciprocità si basa sul: "Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso". Dal momento che siamo tutti molto simili, il giusto modo di comportarsi, un comportamento moralmente corretto, è quello che ci viene fornito dalla nostra esperienza quotidiana: come noi non vogliamo essere offesi, derubati, feriti o uccisi, così nessun altro lo vorrebbe. Il comportamento morale pertanto è quello che permette agli altri di sfuggire a ciò che non vorremmo fosse fatto a noi.

I passi dell'ottuplice cammino, cosiddetti della moralità, ovvero Retta Parola, Retta Azione e Retto Sostentamento, vanno letti esattamente in tale ottica.
"Non mentire così come non vorresti che gli altri ti mentissero"
"Non sparlare alle spalle degli altri così come non vorresti che gli altri sparlassero alle tue"
"Non usare parole offensive nel rivolgerti a chi ti sta vicino così come non vorresti che essi ti offendessero"
"Rispetta la vita di tutti gli esseri viventi come vorresti che la tua fosse rispettata"
"Rispetta la proprietà di chi ti sta attorno così come vorresti che la tua fosse rispettata"
"Evita l'abuso dei sensi e rispetta i rapporti personali"
"Guadagnati da vivere ma non violare tutti gli altri valori morali. Sii onesto e rispetta la vita"

La pratica della moralità rappresenta solo il primo passo verso l'illuminazione. Tuttavia, essa permette di raggiungere quel senso di tranquillità interiore, di stabilità, di sicurezza e di forza, requisito indispensabile per procedere al prossimo stadio della Via della liberazione: lo sviluppo mentale.